Perchè Jindall ha acquistato lo
stabilimento triestino SERTUBI ?
Quali i retroscena e le motivazioni ?
Jindal compera Sertubi per eliminare
un concorrente, per acquisire un nuovo pacchetto clienti. Usa lo stabilimento
triestino per commercializzare i suoi tubi prodotti in India ?
Jindal prevede una lavorazione “finale
e di qualità” sui tubi che arrivano a Trieste dall’India in modo di ottenere
(grazie a questa lavorazione ) il made in Italy ?
L’Unione Europea nelle sue gare per le
forniture di tubi per acquedotti richiede a garanzia della qualità del prodotto
la definizione di “ made in un paese dell’UE “. E’ una forma di protezione del
mercato europeo analoga negli effetti ad esempio alla istituzione dei dazi per
togliere competitività ai prodotti extra UE.
Come documentiamo più avanti anche le
gare per forniture di altri paesi richiedono alcuni “ made in “ a garanzia
della qualità quindi possiamo documentare che l’interesse della Jindall per
Sertubi Trieste era quello di garantirsi il marchio made in Italy per
concorrere a una gara di fornitura di tubi per l’Iraq ?
In questo quadro a chi va la
responsabilità dell’ultima grave crisi occupazionale della Sertubi Trieste ?
Responsabile sarebbe l’Unione Europea
per le sue misure “protezionistiche” per la partecipazione alle gare di
fornitura ?
Responsabile è la politica di
infiltrazione perseguita dalla Jindal per tutelare i suoi prodotti e guadagnare
quote di mercato ?
C’è anche chi immagina un intervento
pubblico a tutela dei posti di lavoro con un investimento consistente che però
resta solo un’ipotesi giornalistica. Per chiudere un articolo ?
NOTA BENE : Tutte queste domande e le risposte
che verranno non hanno alcun collegamento con la possibilità per il Porto
Libero di Trieste di effettuare lavorazioni nelle sue aree e di ottenere il
“made in “. La questione Sertubi l’abbiamo affrontata al di fuori delle
questioni legate all’applicazione dell’Allegato VIII.
Su questo tema per onestà
intellettuale ci sarebbe ancora una domanda che va posta per concludere tutte
le ipotesi.
Premesso che l’AdSP Mare Adriatico
Orientale può definire e delimitare “zone franche” all’interno della ex provincia
di Trieste o ancora meglio all’interno della Zona A del Territorio Libero di
Trieste…
…per risolvere il problema Sertubi e
agevolare gli indiani della Jindall ad ottenere il marchio made in Italy …
… il presidente dell’AdSP potrebbe
istituire una zona franca sull’area Sertubi in porto come è stato fatto per i
capannoni ex Wartsila a Bagnoli della Rosandra ?
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