giovedì 20 giugno 2019

RISULTATO DEL LAVORO : ELENCO DOMANDE E RISPOSTE


Perchè Jindall ha acquistato lo stabilimento triestino SERTUBI ?


Quali i retroscena e le motivazioni ?




Jindal compera Sertubi per eliminare un concorrente, per acquisire un nuovo pacchetto clienti. Usa lo stabilimento triestino per commercializzare i suoi tubi prodotti in India ?

Jindal prevede una lavorazione “finale e di qualità” sui tubi che arrivano a Trieste dall’India in modo di ottenere (grazie a questa lavorazione ) il made in Italy ?

L’Unione Europea nelle sue gare per le forniture di tubi per acquedotti richiede a garanzia della qualità del prodotto la definizione di “ made in un paese dell’UE “. E’ una forma di protezione del mercato europeo analoga negli effetti ad esempio alla istituzione dei dazi per togliere competitività ai prodotti extra UE.

Come documentiamo più avanti anche le gare per forniture di altri paesi richiedono alcuni “ made in “ a garanzia della qualità quindi possiamo documentare che l’interesse della Jindall per Sertubi Trieste era quello di garantirsi il marchio made in Italy per concorrere a una gara di fornitura di tubi per l’Iraq ?

In questo quadro a chi va la responsabilità dell’ultima grave crisi occupazionale della Sertubi Trieste ?

Responsabile sarebbe l’Unione Europea per le sue misure “protezionistiche” per la partecipazione alle gare di fornitura ?

Responsabile è la politica di infiltrazione perseguita dalla Jindal per tutelare i suoi prodotti e guadagnare quote di mercato ?

C’è anche chi immagina un intervento pubblico a tutela dei posti di lavoro con un investimento consistente che però resta solo un’ipotesi giornalistica. Per chiudere un articolo ?

NOTA BENE : Tutte queste domande e le risposte che verranno non hanno alcun collegamento con la possibilità per il Porto Libero di Trieste di effettuare lavorazioni nelle sue aree e di ottenere il “made in “. La questione Sertubi l’abbiamo affrontata al di fuori delle questioni legate all’applicazione dell’Allegato VIII.

Su questo tema per onestà intellettuale ci sarebbe ancora una domanda che va posta per concludere tutte le ipotesi.
Premesso che l’AdSP Mare Adriatico Orientale può definire e delimitare “zone franche” all’interno della ex provincia di Trieste o ancora meglio all’interno della Zona A del Territorio Libero di Trieste…
…per risolvere il problema Sertubi e agevolare gli indiani della Jindall ad ottenere il marchio made in Italy …


… il presidente dell’AdSP potrebbe istituire una zona franca sull’area Sertubi in porto come è stato fatto per i capannoni ex Wartsila a Bagnoli della Rosandra ?




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